giovedì 11 giugno 2020

Utilità: La promozione di comportamenti appropriati

I cambiamenti delle abitudini, dei ritmi della giornata e l’imprevedibilità possono aumentare le opposizioni, la conflittualità, i comportamenti disorganizzati e determinare una ridotta tolleranza alle frustrazioni. Come possiamo comportarci di fronte a situazioni del genere che mettono a dura prova la nostra pazienza? La prima cosa da fare è sicuramente mantenere la calma: è importante mostrare un atteggiamento amorevole ma risoluto, che possa fornire ai bambini una guida precisa e sicura, esprimendo regole con frasi brevi e chiare accompagnate da gesti facilmente riconoscibili

Il tono della voce dovrebbe essere fermo, sicuro e deciso, non alterato dalla rabbia e dall'esasperazione.


Una buona strategia consiste nel tentativo di formulare regole positive che premiano il comportamento corretto, piuttosto che punire il comportamento sbagliato; ad esempio potremmo dire Parliamo a bassa vocepiuttosto che Non urlare. Armarsi di pazienza è tanto importante quanto affinare il proprio spirito di osservazione in merito al contesto in cui i comportamenti si verificanoNon soffermiamoci soltanto sul modo in cui il bambino mette in atto un comportamento che tanto ci desta preoccupazione (es: il bambino urla, dà i pugni sul pavimento, lancia oggetti), ma proviamo a porre la nostra attenzione sulla funzione del comportamento stesso: perché si sta comportando così? Cosa vuole farci capire?

Dietro ogni comportamento c’è sempre nascosta una comunicazione che mantiene in vita la funzione che lo ha determinato.

Proviamo a vedere assieme le cause che determinano frequentemente questi comportamenti:

o Soddisfare un bisogno, come ad esempio richiamare l'attenzione o ottenere ciò che si desidera.

o Evitare cose, situazioni o persone in quel momento non gradite, come i compiti da fare o una noia eccessiva.

Attuare un'attenta analisi permette di ottenere direttamente informazioni sulla funzione del comportamento e di stabilirne la più appropriata strategia di risposta.

Tutto ciò aiuterà non solo a risolvere al meglio il capriccio del momento, ma si potrà perfino imparare a prevenire i malumori e la loro degenerazione in urla e strilli disperati. Una regola generale per favorire comportamenti appropriati è potenziare la regolazione emotiva del bambino.

Mantenere un atteggiamento calmo e coerente, evitando, ad esempio, di urlare o assumere atteggiamenti intimidatori, a seguito di determinati comportamenti dei bambini (come il rifiuto di sistemare i

giocattoli o sporcare casa), può incidere molto nell’aiutare i più piccoli a imparare la "regolazione emotiva" e l’autocontrollo, in quanto i bambini sono ottimi osservatori e tendono ad imitare i comportamenti e le reazioni dei propri genitori.

È particolarmente importante fare attenzione allo stato emotivo dei bambini. Esprimere un atteggiamento di giudizio e di scarso ascolto “attivo” non contribuisce a far sì che il bambino riconosca nell’adulto un elemento “sicuro” nella relazione e può spingere i bambini a reprimere le loro emozioni invece che imparare a riconoscerle, dargli un significato ed indirettamente modificare i comportamenti.

Al contrario, un atteggiamento empatico, di autentica comprensione affettiva oltre che razionale, che riconosce e valida l’esperienza emotiva, attribuisce la giusta importanza a tutte le possibili emozioni, anche a quelle più scomode, che non sono così percepite come pericolose e possono essere gestite.

In questo modo i bambini iniziano ad accettare ed elaborare le proprie emozioni, ottenendo una migliore consapevolezza che permette una maggiore capacità di controllo emotivo.

Per un ulteriore approfondimento è possibile cliccare sul link sottostante:

Favorire un'efficace gestione delle emozioni nei bambini

Quando i bambini sperimentano un’emozione, come ad esempio la rabbia, dire loro di calmarsi o punirli non cambierà il fatto che loro si sentano arrabbiati. Al contrario, interventi di questo tipo comunicano al bambino l’espressione di un sentimento negativo o "sbagliato".

Sappiamo invece che è importante poter esprimere qualsiasi emozione. Proviamo a porre una netta distinzione tra le azioni e le emozioni che proviamo, insegnando ai nostri figli che non possiamo scegliere le nostre emozioni, ma possiamo scegliere il modo in cui comportarci; ad esempio va bene arrabbiarsi, ma non è corretto colpire gli altri o lanciare gli oggetti.

Incoraggiare il bambino a parlare delle sue esperienze, come eventi accaduti a scuola o in altri contesti rievocandone anche vissuto emotivo e le reazioni attivate, favorisce una maggiore elaborazione e organizzazione dell’esperienza, che aiuta i bambini ad esprimere e superare

tristezze, paure o rabbia legate all’evento stesso.
Insegnare ai bambini come superare le emozioni a cui seguono comportamenti non appropriati ricercando uno sbocco emotivo sano, come ballare, suonare uno strumento, dipingere, scrivere o intraprendere uno sport, ha un impatto positivo sulla salute mentale e migliora le abilità sociali.

Favorire la regolazione emotiva risulta fondamentale per tutti i bambini. Esistono poi delle strategie individualizzate che vanno “cucite” sul singolo bambino e per le quali si consiglia il parere di una figura esperta. Ne elenchiamo di seguito alcune particolarmente efficaci e significative.

L’adozione di forme di comunicazione aumentativa alternativa supportate da immagini o da segni (comunicazione gestuale) permette al bambino di sostituire quei comportamenti disorganizzati con un messaggio molto più chiaro per mamma e papà.

Se il nostro bambino ha difficoltà di espressione, una strategia particolarmente efficace è fornire alternative comunicative: un bambino che non può o non riesce a comunicare i propri bisogni, proverà ad ottenere ciò che vuole piangendo o urlando, spesso purtroppo riuscendoci.

Insegnare comportamenti alternativi, con la stessa funzione del comportamento problematico sostituendolo con altre modalità socialmente accettabili.

Ad esempio, se un bambino tende a richiamare l’attenzione del genitore lanciando gli oggetti, potremmo insegnargli il giusto modo di chiedere attenzione (suggerendo la parola «mamma» o accompagnandolo a «battere con la mano» sulla spalla del genitore), oltre ovviamente a dedicargli del tempo di qualità mettendo da parte gli altri impegni.

o Strutturare tempi e spazi e fornire uno schema giornaliero per dare prevedibilità alla giornata, come descritto precedentemente.

o Adeguare le attività e le richieste in base alla capacità e alla motivazione del bambino per evitare le frustrazioni e i conseguenti comportamenti di evitamento e fuga dal compito che si scatenano quando chiediamo ad un bambino di fare qualcosa che richiede una fatica eccessiva.

Può essere utile iniziare a tal scopo con richieste semplici, aumentando gradualmente la complessità dell'attività, così come è sempre utile regolare il grado di impegno richiesto in termini di attenzione e di difficoltà. Infatti è preferibile iniziare con attività semplici e controllare progressivamente i livelli di difficoltà, ponendo attenzione a non esagerare con le richieste. Una buona soluzione potrebbe essere alternare compiti facili con compiti difficili e variare i compiti (creando ad esempio un inventario) per offrire l'opportunità di condividere la scelta dell'attività.

o Proporre delle storie sociali.
Si tratta di storie scritte con il supporto di immagini che raccontano una determinata situazione, presentando e motivando il comportamento sociale appropriato, con lo scopo di aiutare le persone a comprendere meglio le situazioni e gli eventi sociali della vita quotidiana.

o Concordare con il bambino e se necessario mettere per iscritto una serie di regole da rispettare a casa.

È importante che le regole siano poche, positive e conseguibili, che riguardino comportamenti ben precisi e determinati e che siano supportate da materiale iconografico visivo, in modo che siano sempre sott’occhio e facciano da monito al soggetto senza doverle ripetere continuamente.

Nel momento in cui una di queste regole viene infranta o sta per essere infranta sarà possibile orientare

l'attenzione del bambino sul cartellone, ricordando assieme la regola da rispettare.
In genere, dopo un tempo di esposizione sufficiente, il bambino inizierà a interiorizzarle e a rispettarle autonomamente. 

Se si cambia spesso ambiente, può essere utile riproporre le stesse regole nei vari ambienti oppure “personalizzarle” in base ai contesti: è frequente che ci siano regole che valgono in cucina, ma non in bagno e viceversa. Le regole generali possono essere raccolte anche sotto forma di «portachiavi» ed essere trasportate nei vari ambienti e riproposte a seconda delle esigenze da parte dell’adulto di riferimento. 

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