Bimbi che si arrabbiano, con noi, con i nonni, coi loro coetanei, per un gioco conteso, una richiesta non soddisfatta o semplicemente perché i loro bisogni non sono stati compresi fino in fondo. Il cestino della rabbia può aiutare i genitori a gestire questo stato d’animo.
La rabbia, un’emozione che va riconosciuta
Come tutte le altre emozioni, anche la rabbia non è di per sé positiva o negativa ma i genitori e gli educatori devono aiutare i bambini a viverla meglio e a gestirla. Lo sviluppo emotivo salutare dei figli dipende soprattutto dai genitori, che dovranno affrontare con la massima tranquillità e attraverso il dialogo i problemi di ogni giorno, facendo però capire al bambino che ci sono dei limiti e che le emozioni non devono diventare troppo violente nella loro espressione.
La rabbia è un’emozione importante per i bambini. Soprattutto quando sono molto piccoli, essa è parte integrante del loro percorso di crescita.
In età prescolare, deriva dalla loro incapacità di esprimere emozioni, desideri e bisogni in modo compiuto, o ancora è un sentimento di inadeguatezza di fronte alle richieste che arrivano dal mondo esterno, la difficoltà ad accettare il proprio limite e a rispettare le regole.
Questa dimensione fa parte integrante della prima infanzia, come l’imparare a camminare e a parlare, mostra che il bambino sta scoprendo il proprio io. Gli attacchi d’ira lo aiutano a superare la frustrazione. Non sempre è in grado di riconoscere, descrivere ed esprimere il proprio sentire, ma questa competenza emotiva è un apprendimento educabile ed importantissimo. Dare un nome alle emozioni, trovare uno spazio in cui esprimerle è un’opportunità preziosa per costruire un Io sano, in grado di negoziare e per migliorare la capacità di stare in gruppo
Come insegnare ai bambini a gestire la rabbia
Insegnare ai bambini a riconoscere la rabbia è il primo passo che deve essere compiuto con l’aiuto di genitori ed educatori. Successivamente, questa emozione va isolata ed eliminata in maniera consapevole dal bambino. Quest’ultimo spesso non sa spiegare a parole quello che prova.
Per farsi ascoltare, può essere utile anche l’utilizzo del barattolo della calma, grazie al quale i bambini, incuriositi, si predispongono all’ascolto di ciò che il genitore o l’educatore ha da dire. Il barattolo della calma è utile in quelle occasioni in cui il bambino si sente turbato e ha bisogno di calmarsi.
A cosa serve il cestino della rabbia
Il cestino della rabbia può essere considerato un rituale, un luogo di crescita e di scoperta attraverso il gioco. Può aiutare a liberare e canalizzare le energie, favorendo una rielaborazione interiore degli eventi. Il bambino infatti prima individua l’emozione, poi impara ad isolarla e letteralmente a metterla via, nel cesto.
Ogni volta che prova rabbia, il genitore o l’educatore dovrà invitare il piccolo a mettere nel cestino un disegno o qualcosa, un oggetto, che possa ricordargli l’emozione che sta vivendo in quel momento.
In un secondo tempo, quando si sarà calmato, si dovranno prendere gli oggetti o i disegni per far ricordare e raccontare al bambino come si sia sentito nelle diverse situazioni. In questo modo egli riesce a materializzare la rabbia e a gestirla meglio, perché diventa qualcosa di concreto.
Vediamo dunque come costruirlo con i bambini.
Come realizzare in casa il cestino della rabbia
Prendete una scatola, un cesto, una piccola sacca o un contenitore. oppure realizzatela da voi utilizzando materiali di riciclo,
Chiedete al bambino di decorarlo secondo il proprio gusto, con colori, disegni o adesivi. Una volta realizzato, dovrà essere posizionato in un posto ben visibile della casa. Fate scegliere al bimbo il posto in cui conservarlo, così potrà prenderlo da solo.
Non appena il bambino si arrabbia, il genitore può chiedergli di indirizzare la rabbia verso il cesto, nel modo in cui preferisce.
A questo punto, si chiede al bambino di chiudere la scatola (o il cestino), riporla al suo posto e non pensarci più. Una volta che la rabbia sarà passata e il bambino sarà tornato sereno, si potrà comunicare con lui aiutandolo a capire il motivo che lo ha portato ad arrabbiarsi.
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